Corso Superiore di Ginecologia Endocrinologica AIGE

Chirurgia dell’endometriosi: quando e quanto radicale?

Stefano Angioni (IT), Francesca Congiu (IT), Marco Orlando (IT), Maurizio D'Alterio (IT), Danilo Deiana (IT), Michela Anardu (IT), Elisabetta Corvetto (IT), Elena Malune (IT), Francesca Dessolis (IT)

[Angioni] University of Cagliari, Cagliari, [Congiu] University of Cagliari, Cagliari, [Orlando] University of Cagliari, Cagliari, [D'Alterio] University of Cagliari, Cagliari, [Deiana] University of Cagliari, Cagliari, [Anardu] University of Cagliari, Cagliari, [Corvetto] University of Cagliari, Cagliari, [Malune] University of Cagliari, Cagliari, [Dessolis] University of Cagliari, Cagliari

L’endometriosi è definita come una malattia infiammatoria cronica e ricorrente caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di ghiandole endometriali funzionali e stroma all’esterno della cavità uterina. I più comuni disturbi associati alla endometriosi sono il dolore pelvico e l’infertilità. Dal punto di vista clinico è una entità che può presentarsi sotto svariate forme: da pochi impianti superficiali peritoneali a lesioni nodulari infiltranti che coinvolgono numerosi organi determinando una loro patologia. Inoltre può essere asintomatica o essere associata a dolore così severo da determinare una profonda alterazione della qualità di vita. Il trattamento, pertanto, deve tenere conto di numerosi fattori quali: l’età della paziente, l’intensità dei sintomi e la risposta alla terapia medica, il desiderio riproduttivo, l' eventuale presenza di stenosi ureterali spesso asintomatiche, la presenza di stenosi intestinali. Nella adolescente e nella giovane donna in prima istanza è indicato un trattamento medico con lo scopo di alleviare i sintomi, chiarire la diagnosi nei casi dubbi e, possibilmente, controllare l’evoluzione della malattia. Saranno candidate all’intervento le pazienti in cui non è raggiunto un controllo del dolore con la terapia medica o che presentano una evoluzione della malattia. In tali pazienti un approccio escissionale radicale delle lesioni è raccomandato in quanto, dato l’alto rischio di recidiva della malattia (>30% a 3 anni) ed il numero di anni che mancano alla menopausa, un trattamento chirurgico che si limiti al trattamento delle lesioni ovariche e all’adesiolisi sarebbe assolutamente inappropriato. Una precisazione è doverosa per quanto riguarda il trattamento degli endometriomi. E’ indispensabile valutare il possibile danno della riserva ovarica e del potenziale riproduttivo dovuto agli interventi chirurgici. Pertanto in donne desiderose di prole i trattamenti chirurgici di escissione delle cisti endometriosiche dovrebbero essere limitati nel numero ed effettuati solo in casi di dolore pelvico associato o cisti in crescita nonostante la terapia medica. Un trattamento chirurgico radicale comprendente l’escissione radicale dei focolai endometriosici, l’isterectomia e l’annessiectomia bilaterale può essere indicato in donne precedentemente sottoposte ad interventi conservativi che non rispondono alla terapia medica e non desiderose di prole con importante compromissione della qualità di vita.

 

 

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